I migliori lampadari in vetro di Murano

La genesi dei lampadari in vetro di Murano è una storia con nomi e cognomi. In principio era il cesendello. E la luce fu… di nuovo. Citata per la prima volta in un documento padovano del 1374 e in quelli muranesi dal 1444, questa lampada pensile dalla forma allungata fu il must-have di chiese e abitazioni dal Medioevo al Settecento. Fino a quando non arrivarono i lampadari.

Il punto di svolta, come lo è stato per molte imprese italiane – e non solo – dopo il 2008, è rappresentato da una crisi. Quella più grave, per l’industria vetraria veneziana, fu nel Settecento, quando la produzione dei cristalli di Boemia e del cristallo inglese raggiunge l’apice del successo. Questi due tipi di vetro, realizzati negli anni Settanta del XVII secolo, poco si prestano alla lunga lavorazione a caldo tipica delle vetrerie veneziane, ma, per brillantezza e raffinatezza, non hanno nulla da invidiare al vetro di Murano.

Come, però, l’arte del vetro veneziano si era diffusa all’estero, grazie soprattutto alle varie traduzioni dell’Arte vetraria di Antonio Neri, così i vetrai muranesi s’ingegnano per imitare i cristalli boemi e inglesi tanto in voga. Quasi nessuno riesce nell’impresa. A parte Giuseppe Briati (1686-1772) che, grazie alla collaborazione con i vetrai boemi, riesce a creare un cristallo brillante e resistente, alla pari dei suoi concorrenti d’oltralpe. Ma, a differenza di questi, il nuovo cristallo ad uso di Boemia si adatta anche alla lavorazione a caldo.

Ed è con questo cristallo che compie la sua rivoluzione, risollevando l’arte vetraria veneziana dalla crisi: è Briati, infatti, a creare i primi lampadari in vetro di Murano, famosi ancora oggi. Ispirate ai lampadari in cristallo di Boemia, le sue ciocche consistono in una struttura metallica, ricoperta da elementi tubolari in vetro soffiato e decorati da fiori, foglie e frutta, anche colorati.

Ma non finisce qui: la geniale innovazione di Giuseppe Briati conoscerà la propria continuazione nella storia della Vetreria Vistosi, nel secondo dopoguerra. Quando, nel 1945, Guglielmo Vistosi, erede di una famiglia ormai da lungo tempo non più appartenente all’Arte, apre una nuova vetreria a Murano.

Vuoi iniziare a sognare con un elemento d’arredo che farà la differenza nella tua casa o nel tuo ufficio? Inizia anche tu aggiudicandoti uno dei meravigliosi lampadari in vetro di Murano. In tal senso, ti consigliamo di fare riferimento a un’azienda come Sogni Di Cristallo: compagnia con una passione che, come puoi vedere dal loro sito, si ammira ancora oggi nelle sue fornaci veneziane, in Italia, dove Maestri muranesi continuano a realizzare prodotti per l’illuminazione secondo l’antica tecnica unica in tutto il mondo.

Si tratta di un sapere autentico, artigianale, custodito da un millennio nella città di Venezia e tramandato di generazione in generazione fino ai giorni nostri. Sul sito puoi ammirare un’ampia selezione di lampadari in vetro di Murano: non avrai che l’imbarazzo della scelta. D’altronde, i designer di Sogni Di Cristallo delineano su carta (anche su indicazione dei clienti) i modelli che saranno poi realizzati dalle mani dei maestri artigiani. I disegni possono riprendere la tradizione classica veneziana o proporre nuove idee e stili, secondo la collezione di appartenenza.

La ditta osserva i rituali preparatori della selezione e preparazione delle materie prime che anticipano tutte le fasi produttive. Gli artigiani preparano la pasta vitrea in fusione a 1500°C e selezionano le polveri per la colorazione. Si tratta di un momento determinante per la riuscita del prodotto e nulla può essere lasciato al caso. Per la soffiatura, è prelevata dal crogiolo la pasta vitrea incandescente, detta «bolo», con un particolare strumento chiamato canna da soffio. L’artigiano inizia così a modellare la pasta con dei rapidi movimenti delle mani e soffiando all’interno della canna creando delle superfici voluminose. Seguono le fasi della plasmatura, colorazione e decorazione, poi ancora tempera, molatura e montatura.